Eravamo cinque amici al bar...Ovvero la fiera delle ovvietà I nostri candidati a sindaco,dimenticando che erano ospiti di un sindacato che promuove l'economia e le imprese, non potendo dire come stanno le cose (perché non hanno idee? Perché non lo sanno? Tutti e due?), quale ruolo dovrebbe avere un'Amministrazione locale per sostenere l'economia, dove dovrebbe andare la comunità, quale ruolo rispetto al territorio, ecc. hanno preferito la banalità delle parole che amici al bar di solito profferiscono tra un caffè e una birra. Hanno dimostrato di non avere alcuna visione nè del futuro, nè del territorio, nè dell'amministrare. Non hanno parlato da amministratori ma da tifosi di se stessi: slogan, ovvietà, banalità. Quanti se. Non hanno parlato del come ma solamente del cosa. Non è dato sapere dove, per loro, dovrebbe andare Palazzolo. Appaiano, inoltre, quanto mai scandalose le parole, soprattutto non dette, di amministratori di maggioranza uscente quali Gallo e Russo che, entrambi provenienti dal disastro appena compiuto, fanno finta di niente convinti che il popolo bue non ha memoria e, in fondo, forse a questo popolo non gliene frega proprio niente.