Di Maio e Conte ammettono lo sbaglio in manovra. Più tasse sul volontariato. Il governo fa retromarcia sull'Ires: "Cambieremo la norma" ha detto Di Maio. Come ti uccido un movimento che al cambiamento credeva. La difesa d'ufficio di azzeccagarbugli del M5S saranno i notai che sanciranno il fallimento di un tentativo di cambiare quel Paese che, nelle sue espressioni economiche, finanziarie, di ladri, di approfittatori, fuorilegge e opportunisti non vuole cambiare. Ieri si è detto e letto di tutto e di più, anche su questa pagina, dove ignoranti avvocati d'ufficio del M5S, nell'assoluta ignoranza della problematica e spingendosi in "ragionamenti" del tutto forzati ("bisogna colpire chi fa un finto volontariato"), oggi si trovano spiazzati dalla realtà e da un cambio di posizione, frutto non di un naturale ragionamento che mai avrebbe dovuto portare a quelle tasse, ma dalla pressione che Di Maio ha subito da quella società del volontariato (che ha dato fiducia al movimento) che il cambiamento lo testimoniano nei fatti ogni giorno e che si erano illusi che un mediocre personaggio che rappresenta un movimento di incompetenti nella sua stragrande maggioranza, analfabeti politici e superbi del vuoto a perdere, potesse trasformare le cose in Italia. Questa vicenda non è un errore di percorso ma la totale mancanza di relazione del M5S con quel Paese che ha permesso che i Cinque Stelle diventassero il primo partito in Italia con la delega partecipata al cambiamento che non potrà essere con l'attuale dirigenza.