E' bene premettere e ricordare che "Per autorità amministrative indipendenti si intendono generalmente, nell’ordinamento italiano, quei soggetti o enti pubblici, istituiti con legge, che esercitano in prevalenza funzioni amministrative in ambiti considerati sensibili o di alto contenuto tecnico (concorrenza, privacy, comunicazioni ecc.), tali da esigere una peculiare posizione di autonomia e di indipendenza nei confronti del Governo, allo scopo di garantire una maggiore imparzialità (cd. neutralità) rispetto agli interessi coinvolti". Mettere in discussione, anzi dichiarare che la Banca d'Italia (già riformata nel 2005) dice il falso circa il taglio sulle stime di crescita, è come dire che l'Istat o l'Eurostat non dicono la verità sui dati pubblicati; o l'Autorità garante della concorrenza e del mercato altera le informazioni del settore; o l’ Autorità per le garanzie nelle comunicazioni operasse a favore di qualcuno; o la Commissione di garanzia per l’attuazione della legge sull'esercizio del diritto di sciopero o il Garante per la protezione dei dati personali, o l’Autorità per l’energia elettrica e il gas o il Garante del Contribuente o l’Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici operassero tutte per favorire qualcuno o qualcosa. Se così fosse Di Maio non deve affermare che la Banca d'Italia dice il falso ma deve fare, come governo, e buttare fuori e licenziare i responsabili di quegli enti, utilizzando tutti gli strumenti e i poteri che la Costituzione e la legge danno al Governo. Non solo, ma occorrerebbe chiamare la gente (il popolo?) per sostenere la denuncia e i provvedimenti conseguenziali di questa situazione giudicata scandalosa, gravissima e illecita. Dato, però che non è così e le cose non stanno come sostiene il vice presidente del Consiglio, la domanda è: Di Maio dove sta portando il Paese e il movimento rappresentato da questo ragazzino che ride, ride sempre in qualunque circostanza?