Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell'Olocausto. È stato così designato dalla risoluzione 60/7 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005. Le parole da conoscere per capire Olocausto Il termine Olocausto indica, a partire dalla seconda metà del XX secolo, il genocidio di cui furono responsabili le autorità della Germania nazista e i loro alleati nei confronti degli ebrei d'Europa e lo sterminio di tutte le categorie di persone dai nazisti ritenute "indesiderabili" o "inferiori" per motivi politici o presunti razziali. Oltre agli ebrei, furono vittime dell'Olocausto le popolazioni slave delle regioni occupate nell'Europa orientale e nei Balcani, e quindi prigionieri di guerra sovietici, oppositori politici, massoni, minoranze etniche come rom, sinti e jenisch, gruppi religiosi come testimoni di Geova e pentecostali, omosessuali, malati di mente e portatori di handicap. E’ bene ricordare e non dimenticare che tra il 1933 e il 1945, furono circa 15-17 milioni le vittime dell'Olocausto, di entrambi i sessi e di tutte le età (senza riguardo per anziani e bambini), tra cui 5-6 milioni di ebrei. Shoah La parola Shoah ha un significato ben preciso e, letteralmente, vuol dire Tempesta Devastante. È un termine che arriva dalla Bibbia e ha un significato di per sé neutro, non direttamente collegato con lo sterminio degli ebrei avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale per mano dei nazisti. Eppure, la parola Shoah, è stata poi fatta propria dagli ebrei che hanno utilizzato proprio questo termine per indicare lo sterminio del loro popolo nei campi di concentramento. Come si arriva allora ad ammazzare 17 milioni di persone tra cui 5-6 milioni di ebrei? Alcune parole per spiegare la storia. Razza ariana? Sostenuta da Hitler nel suo Mein Kampf, la locuzione razza ariana ha indicato, tra il tardo XIX secolo e la metà del XX, un immaginario raggruppamento razziale comunemente utilizzato per descrivere i popoli di origine europea e dell'Asia occidentale. Tale espressione costituì nel corso degli anni trenta e quaranta, come una delle basi ideologiche del nazismo e per il tentativo di genocidio delle "razze non-ariane" presenti in Europa a cominciare dagli ebrei, zingari, omossessuali, comunisti, disabili, ecc. Razza ebraica? Invenzione hitleriana spiegata nel saggio di Adolf Hitler nel suo Mein Kampf a giustificazione del massacro di milioni di persone di religione ebrea. Razza? Le razze non esistono. Dividere gli uomini in ''gruppi'' caratterizzati da differenze di pelle o da altre caratteristiche è profondamente scorretto. Anche dal punto di vista scientifico. In uno studio senza precedenti, alcuni ricercatori americani, francesi e russi hanno stabilito senza ombra di dubbio che le razze umane non esistono. Dividere l'intera specie in diversi “gruppi” caratterizzati da un differente colore della pelle, dalla struttura dei capelli o da altre caratteristiche è quindi profondamente scorretto. I biologi, studiando il patrimonio genetico proveniente da 1056 persone di 52 popolazioni diverse, hanno cercato di capire dove e come sono condivisi 377 geni. Il risultato è stato inequivocabile: la diversità biologica all'interno di ogni popolazione è altissima, e va dal 93 al 95 per cento. Questo significa che la stragrande maggioranza dei geni umani sono già presenti in un solo gruppo di persone. Ma anche che questi geni sono diffusi un pò ovunque sul pianeta, e esistono pochissimi tratti che sono caratteristici di un solo gruppo omogeneo di persone. Non sarebbe quindi possibile contraddistinguere questa o quella razza in base a caratteristiche somatiche o del metabolismo; queste sono ovviamente dettate dai geni, che però a loro volta non sono specifici di bianchi, neri, gialli o rossi. Dividere la specie. Nonostante questo risultato, e studiando con particolare attenzione i pochi geni che sono caratteristici di ogni popolazione, gli studiosi hanno tentato di dividere l'umanità in gruppi, con un programma di computer che raggruppa i geni simili. Il risultato più logico è la suddivisione della specie umana in cinque grandi gruppi corrispondenti vagamente ai continenti: eurasiatici (che comprendevano europei veri e propri, mediorientali e popolazioni dell'Asia centrale e meridionale), est asiatici, africani, americani e popolazioni dell'Oceania. I ricercatori fanno notare che il numero cui è giunto il programma stesso è solo quello che meglio si attaglia, per così dire, a una logica geografica di divisione della specie. Razzismo Ideologia, teoria e prassi politica e sociale fondata sull'arbitrario presupposto dell’esistenza di razze umane biologicamente e storicamente «superiori», destinate al comando, e di altre «inferiori», destinate alla sottomissione, e intesa, con discriminazioni e persecuzioni contro di queste, e persino con il genocidio, a conservare la «purezza» e ad assicurare il predominio assoluto della pretesa razza superiore. Si può anche affermare che il razzismo è un complesso di manifestazioni o atteggiamenti di intolleranza originati da profondi e radicati pregiudizi sociali ed espressi attraverso forme di disprezzo ed emarginazione nei confronti di individui o gruppi appartenenti a comunità etniche e culturali diverse, spesso ritenute inferiori, come ad esempio i numerosi episodi di razzismo contro gli extracomunitari o i migranti nel nostro Paese. Il razzismo nazista, la dottrina e la prassi della superiorità razziale ariana e in particolare germanica, elaborata in funzione prevalentemente antisemita. Il razzismo della Repubblica Sudafricana, basato sulla discriminazione razziale sancita a livello legislativo e istituzionale (apartheid); Il razzismo statunitense, riguardo a gruppi etnici di colore, o anche a minoranze diverse dalla maggioranza egemone. Ma allora chi è l’ebreo? Ebreo La prima apparizione del termine "ebreo", risale agli archivi egizi: i khabiri erano un popolo nomade del territorio a ovest del Giordano, una regione alla quale tali documenti si riferiscono come R-t-n-u (pronuncia Rechenu). La parola semitica "ever", da cui deriva la parola ebreo, significa "colui che attraversa" o "colui che passa". Secondo alcuni dietro questa denominazione si potrebbe celare il significato di "nomadi", mentre secondo altri deriverebbe dall'espressione ever a Jarden, "al di là del Giordano". Ebraismo L'Ebraismo indica sia una religione monoteista sia uno stile di vita sia una tradizione culturale diffusa all'interno del popolo ebraico, nelle varie comunità presenti in tutti i paesi del mondo. Come religione l'odierno ebraismo, detto anche ebraismo rabbinico, è l'evoluzione maggioritaria della religione biblica, frutto secondo la tradizione, dell'alleanza tra Dio, indicato nella Torah con il nome di Yahweh, e il popolo ebraico. I suoi testi fondamentali sono la Torah, il Tanakh e la tradizione orale supplementare, rappresentata dai testi della Mishnah e del Talmud. Antisemitismo Avversione e lotta contro gli ebrei, manifestatasi anticamente come ostilità di carattere religioso, divenuta in seguito, specialmente nel XX secolo, vera e propria persecuzione “razziale” basata su aberranti teorie pseudoscientifiche. Sionismo Il Sionismo è invece un movimento politico internazionale il cui ideatore e fondatore è stato Theodor Herzl, nato a Basilea nel 1897 il cui fine è l'affermazione del diritto all'autodeterminazione del popolo ebraico mediante l'istituzione di uno Stato ebraico, inserendosi nel più vasto fenomeno del nazionalismo moderno. Israele Israele è un nome proprio di persona italiano maschile da cui prende il nome dello stato ebraico secondo gli obiettivi del movimento sionista a discapito della Palestina e del suo popolo. Il documento più antico su cui appare la parola "Israele" è la cosiddetta "Stele di Merenptah", una stele risalente al 1209-1208 a.C. circa che documenta le campagne militari nella terra di Canaan del Faraone della XIX dinastia. La stele parla di Israele come di uno tra i tanti popoli di pastori-nomadi della regione, piuttosto che di una nazione bene organizzata: «[…] I principi prosternati gridano pietà! Nessuno alza la testa fra i Nove Archi. Il paese di Tjehnu è distrutto, il Khatti è in pace, Canaan è stata saccheggiata con tutto il male, Ascalona è presa e Gezer catturata, Yenoam è ridotta come se non fosse mai esistita. Israele è desolata e non ha più seme, Khor è rimasta vedova per To-meri […]» Il nome Israele viene citato anche nel Libro della Genesi (32,28), dove viene raccontato l'episodio in cui Dio cambia il nome a Giacobbe, chiamandolo, per l'appunto, Israele. Indifferenza Condizione e comportamento di chi, in determinata circostanza o per abitudine, non mostra interessamento, simpatia, partecipazione affettiva, turbamento, ecc. Memoria La memoria è la facoltà della mente di fare proprie esperienze e nozioni e di richiamarle al momento opportuno. La memoria va alimentata altrimenti si dimentica. Ecco il perché del giorno della memoria. Conclusioni Di fatto gli europei, sulla base ideologica e religiosa, inventata e sostenuta dai cristiani (principalmente dai francescani per una parte sostanziale), hanno sempre considerato “altro” da sé, ovvero diversi, le persone di religione ebraica, responsabili a loro dire, dell’uccisione di Gesù. Su questo presupposto, nei secoli, si è fatto di tutto e di più contro gli ebrei. Hitler ebbe terreno facile per inventarsi la razza ebraica anche per giustificare l’inesistente altra razza, quella ariana. Gli occidentali (mi riferisco al silenzio assenso degli americani) ipocritamente e in sostanza per “liberarsi” del peso degli ebrei, accolgono le proposte del movimento sionista (“l’inconfutabile necessità storica di uno Stato ebraico”) destinarono parte della Palestina quale futuro territorio per realizzare lo stato di Israele e uno stato palestinese. Ma lo Stato di Palestina non è mai nato, Israele non lo ha mai voluto e gli altri paesi arabi, a cominciare dalla Giordania, occuparono parte dei territori destinato ai palestinesi. Con i palestinesi si sta in sostanza ripetendo quello che gli ebrei hanno subito sin dal medioevo con l’antisemitismo cristiano. In fondo, con il loro atto di liberalità a scapito del popolo palestinese, gli occidentali hanno dato ragione in qualche modo a Hitler. La natura umana è lussuriosa e avida e quindi incline alla violenza. Proprio per queste sue caratteristiche l’umanità non cambia. Theodor Herzl e Ben Gurion avevano avuto dunque ragione perché conoscevano l’animo umano e volevano a tutti i costi, una casa per il loro popolo. E i palestinesi in tutto questo? “E chi se ne frega” direbbero i sionisti e i loro sodali!