Il 19 ottobre del 2013 si svolse a Palazzolo un importante convegno dedicato all'imminente conclusione dei lavori del macello intercomunale realizzato dalla Provincia con i fondi del ministero dove lavoravo, ovvero il MISE, Ministero dello Sviluppo Economico. Il dr. Taglia, funzionario della regione e promotore della manifestazione, mi volle come uno dei relatori. Accettai. Avevo avuto già nel passato diverse esperienze in materia di macelli e di cooperazione e credevo di poter dare un mio contributo al dibattito. Il problema principale era chi e come e con quali mezzi si sarebbe dovuto gestire una tale struttura che si portava appresso dei difetti genetici e prospettava non poche difficoltà. Una cosa era certa i soldi per il macello erano stati destinati al territorio, ovvero al mondo agricolo degli Iblei, ed era al territorio che bisognava, in qualche modo, affidare l’opera. Proposi il mio modello di gestione e invitai l’Amministrazione comunale a promuovere una cooperativa per gestire la cosa. Il sindaco Scibetta, quasi sfidandomi, mi chiese di tentare e costituire una cooperativa. Raccolsi la sfida. Il dr. veterinario Giuseppe Valvo, all'epoca consigliere di maggioranza, mi aiutò a conoscere le aziende, a girare per il territorio, a supportarmi nei numerosi incontri e, finalmente, il 14 novembre 2014 nacque la Cooperativa Apollo, nome dedicato all'antico dio greco, protettore dell’agricoltura e del bestiame. Già nello Statuto, scopo (art.4) e oggetto (art.5) era prevista la gestione del macello e l’utilizzazione dei reflui della struttura da utilizzare nei campi dei soci. Era tutto scritto e approvato dalle 22 aziende partecipanti sin dalla sua nascita. Io mi impegnai a dare (gratis) la mia assistenza e competenza per tre anni e, quando si arrivò al dunque, il CdA non se la sentì di affrontare la gestione del macello. Il mio compito era finito. Ho fallito e per questo mi sono dimesso. La mia missione non ha avuto successo e i bandi andati deserti dimostrano che in fondo i soci della Cooperativa non erano interessati alla cosa. Ma in fondo neanche al resto del territorio del macello non gliene importava più di tanto. Come nel passato non gliene è importato dell’impianto pubblico di trasformazione delle olive, realizzato dalla Pubblica Amministrazione a Buccheri e costato ai cittadini oltre 10 miliardi di lire. Venne abbandonato a se stesso e cannibalizzato in poco tempo. Questi i fatti e questa la storia. Siamo fatti così, aldilà delle apparenze. Ci piace vivere alla giornata e come viene viene, pur essendo affogati dai soldi pubblici (che non si spendono per mancanza di progetti e di idee) e dalla disoccupazione, non ci piace rischiare e ci aspettiamo che siano gli altri a farlo. E vaff…ai figli e al futuro. Non disturbare prego. Palazzolo dorme.