Il prof. Paolo Greco, Mario Monaco e Salvatore Rovella, nell'articolo dato alla stampa e sotto riportato, sintetizzano mirabilmente, con onestà e chiarezza il vero nodo politico che ha originato la scelta del sig. Gallo aderendo alla Lega di Salvini. Vi invito a leggere l'articolo. Mi aspetto, coerentemente con quanto scritto da Greco e al., parte di un PD sbrindellato, che la signora Giulia Licitra, in rappresentanza di quel PD nella lista del sindaco, si dimetta. O forse la signora ha già cambiato casacca? Appena saputo dell'adesione, ho chiesto all'assessore Aiello e al presidente del Consiglio Tinè, persone stimabili e possibili risorse della nostra comunità, di trarre le conseguenze politiche a seguito della scelta di Gallo, e dimettersi. La richiesta è scaturita proprio dalle considerazioni politiche rilevabili nell'articolo in parola e sulle quali non credo che sia possibile eludere. Ogni altro atteggiamento e scelta che non siano rivolti a comportamenti coerenti con la propria originaria appartenenza politica, avrebbe come unico contraccolpo quello di creare tra la popolazione confusione unicamente per nascondere scelte personali dall'amaro sapore opportunistico con conseguenze difficilmente calcolabili. Altro che bene comune o "rispetto all'impegno preso" nei confronti dell'elettorato come mi scrive Tinè. Non si può fare a prescindere. Occorre dire che Gallo si guarda bene dal sollevare la questione politica che sta comunque a monte della sua scelta, e promuovere un onesto, serio, chiaro e franco confronto politico con le persone, i partiti e le forze che hanno dato luogo alla lista che lo ha fatto eleggere sindaco di Palazzolo. Ossessionato dai social, fa la vittima; se la prende, rancoroso e ringhioso, con questo o con quello senza mai nominare chi sono questi "nemici del popolo" calunniandoli però per i mancati "sogni nel cassetto" a giustificazione delle loro denunce. Il nemico è il suo tonico. Chiede sempre rispetto come se fosse qualcosa non da guadagnare ma da pretendere e lo chiede sempre in modo minaccioso, quasi mafioso. Fa continuamente riferimento all'orgoglio, sempre ferito dagli altri: ora il casertano, ora le élite, ora questo, ora quello. Ogni volta un nemico diverso fabbricando ogni volta un vittimismo ad hoc. La sua amministrazione si caratterizza per l'invettiva e il sensazionalismo, mentre l'economia locale va a rotoli. Trovo tutto questo mortificante per il territorio e le sue genti, avvilente per Gallo e per le persone che si dicono di essere rappresentate da costui. Il paese sembra bloccato e incapace di guardarsi in faccia e decedere del proprio futuro, così mentre l'immagine di pubblici amministratori invece splende sui social per la celebrazione di questo o quell'evento, l'economia arretra. Sembra accettarsi, tuttavia, la qualunque iniziativa nell'illusoria speranza che qualcosa succeda; senza però trasmettere alcuna idea di città e di territorio o un qualunque progetto di futuro e dell'assetto economico e sociale della città. Tutto rimane quindi fermo, rimanendo aleatorie "manifestazioni" legate alle capacità o ai limiti di singoli individui.