Già a gennaio 2020, ovvero quattro mesi fa, le mascherine di protezione erano esaurite nelle farmacie e la fornitura risultò subito difficile. La domanda sorge spontanea: ma perché? Risposta semplice. In Italia, così come in molti paesi occidentali le mascherine non si producevano unicamente perché si guadagnava troppo poco. Così questa produzione è stata confinata nei paesi poveri come Vietnam, Thailandia e poi, naturalmente la Cina. Gli istituti farmaceutici militari italiani non hanno provveduto a produrle così come i reagenti e quant'altro per prevenire ed effettuare i tamponi. Siamo stati e siamo stretti all'abbraccio mortale di un capitalismo vorace e indifferente in un sistema sanitario italiano frammentato e incapace di affrontare in modo unitario una calamità che dalla natura e da un ambiente corrotto ci è arrivata e che si è sviluppata e ci ha poi sconfitto (247.407 morti nel mondo di cui 30.201 in Italia ad oggi) grazie a scelte politiche e strategie industriali che hanno favorito i privati, incapaci, cinici e indifferenti a rispondere a problematiche di emergenza cui solo lo Stato ma previdente e prudente riesce ad affrontare. Se le cose stanno così, e le cose stanno così, non possiamo permetterci il lusso di far finta che nulla sia successo. "Estote parati" dicevano i latini. Noi non lo siamo. Cosa faremo per affrontare il futuro?