Periodicamente ci provano a proporre per Caserta ora questo ora quell'impianto per il trattamento dei rifiuti, finalizzati quasi sempre per la produzione di energia elettrica. Si costituiscono giustamente dei comitati contro l'impianto e moltissimi cittadini vogliono dire la propria e manifestare ogni preoccupazione. Ma è una questione tecnica? C'è ancora qualcuno in Campania che la questione rifiuti sia un problema tecnico? Per prima cosa i nostri rappresentanti amministrativi e, tanto meno i cosiddetti dirigenti tecnici del comune di Caserta sono del tutto privi di qualunque cognizione tecnica sul problema e con ogni probabilità per loro, una cosa vale l'altra. Quindi scarterei questa strategia della discussione sul tipo di impianto che, certo serve per le persone ma non per gli amministratori, spesso ignari del passato. La questione centrale è l'atto amministrativo che ha avviato questa sciagura. E' su quell'atto che bisognerebbe concentrare scienza ed esperienza per farlo ritirare, per farlo annullare, per farlo scomparire da questo territorio il cui degrado ambientale e, mi si consenta, morale e sociale, non permette alcuna scelta di impianti per il trattamento di materie prime-seconde o frazione putrescibile o altro in materia di rifiuti o di altre industrie insalubri. E' un fatto e non un'opinione. Fatti suffragati da precisi atti tecnici, sin dal 1994 dalle più importanti autorità nazionali quali l'Istituto Superiore di Sanità, Enea, l'Istituto Geologico nazionale, l'Università Federico II di Napoli e il sub commissario di Governo per l'emergenza rifiuti in Campania. Questi atti sono presso il Comune di Caserta e la questione è chiusa definitivamente da allora. Qualora, detti documenti magari sono scomparsi, per un motivo o per un altro, si possono chiamare in causa gli ex amministratori di allora e l'ex sub commissario con il quale ho già parlato e ha dichiarato di essere pronto a fornire la sua versione dei fatti e la relativa documentazione. Ricordo infine che esiste a Santa Maria la Fossa un impianto di compostaggio per oltre 80000 t/anno già finito e che necessita di una manutenzione straordinaria (un certo Bertolaso anziché attivarlo ne fece un deposito di ecoballe!) e di un completamento con lavori relativi all'impiantistica. Poche migliaia di euro. Ma questo le cosiddette autorità, Regione compresa lo sanno molto bene. La domanda finale allora è: a chi giova questo impianto a Caserta?