1.Ricovery plan (Piano nazionale di ripresa e resilienza - Pnrr - Next Generation EU) 205 miliardi. Quanti al Sud? Incominciamo col dire che il termine ultimo per la presentazione del Pnrr alla Commissione Europea è aprile 2021. I 205 miliardi del Recovery Fund (non più 209) verranno erogati in base al Piano nazionale di ripresa e resilienza che ogni Stato deve presentare a Bruxelles. È bene ricordare che dei 205 miliardi, 193 sono imputati al "Dispositivo per la ripresa e la resilienza" vero e proprio. Di questi 193 miliardi 65,4 sono sovvenzioni e 127,6 miliardi prestiti, che dovranno essere erogati tra il 2021 e il 2026. Nel 2021 il governo prevede 10 miliardi di sovvenzioni e 11 di prestiti, nel 2022 16 miliardi di sovvenzioni e 17,5 di prestiti e nel 2023 26 miliardi di sovvenzioni e 15 di prestiti. Tra il 2024 e il 2026 si passerà invece alla seconda fase del Recovery fund, nella quale la Commissione europea calcolerà le quote per ciascuno Stato in base all'andamento del Pil nei tre anni precedenti. Il Recovery Plan già presentato in bozza si articola in 125 pagine, suddivise in quattro grandi capitoli: visione generale e obiettivi; aree di intervento (divise in 6 missioni; circa 60 progetti e 17 cluster); governance dei fondi; valutazione d’impatto. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è attualmente in itinere. Il documento prevede innanzitutto 4 sfide: a) migliorare la resilienza e la capacità di ripresa dell’Italia; b) ridurre l’impatto sociale ed economico della pandemia; c) sostenere la transizione verde e digitale; d) innalzare il potenziale di crescita dell’economia e la creazione dell’occupazione. Nell’ambito delle sfide individuate, il nostro Paese ha precisato 6 missioni da realizzare con le risorse, convogliate in progetti e riforme di medio-lungo periodo: rivoluzione verde e transizione ecologica 74,3 miliardi di euro; digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura 48,7 miliardi di euro; infrastrutture per la mobilità 27,7 miliardi di euro; istruzione e ricerca 19,2 miliardi di euro; parità di genere e coesione sociale ed economica 17,1 miliardi di euro; salute 9 miliari di euro. Per ogni missione, in particolare, i fondi prevedono ancora una ripartizione più dettagliata per riforme specifiche, secondo il seguente schema: Rivoluzione verde e transizione ecologica efficienza energetica e riqualificazione edilizia: 40,1 miliardi; - transizione energetica e mobilità: 18,5 miliardi; - tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica: 9,4 miliardi; - economia circolare: 6,3 miliardi Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura digitalizzazione 4.0 e internazionalizzazione: 35,5 miliardi - pubblica amministrazione: 10,1 miliardi - cultura e turismo: 3,1 miliardi Infrastrutture mobilità - alta velocità e manutenzione stradale: 23,6 miliardi - intermodalità e logistica integrata: 4,1 miliardi Istruzione e ricerca - potenziamento didattica e diritto allo studio: 10,1 miliardi - ricerca: 9,1 miliardi Parità di genere e coesione sociale ed economica - inclusione sociale, sport e terzo settore: 5,9 miliardi - parità di genere: 4,2 miliardi - coesione territoriale: 3,8 miliardi - giovani e lavoro: 3,2 miliardi Salute - assistenza di prossimità e telemedicina: 4,8 miliardi - innovazione assistenza sanitaria: 4,2 miliardi Fisco La bozza del Pnrr infine prevede anche una revisione della tassazione, con particolare focus sui ceti medi, con reddito tra 40.000 e 60.000 euro. Per questa fascia si stimano interventi per ricalibrare Irpef e oneri fiscali: 9 miliardi? Chi gestirà i fondi per il Recovery Plan? Sul come spenderà l’Italia i soldi del Recovery Fund ma, pare soprattutto, sul come verranno gestite le risorse e i progetti, allo stato il governo è diviso. Note sono le posizioni di Renzi e del suo gruppuscolo. Nessuno si è chiesto o abbia chiesto però quanti dei fondi destinati andranno al Sud e quanti al Nord del Paese. (continua) Fonte: Money.it