Le politiche demografiche sbagliate stanno portando alcuni Paesi a situazioni gravi e paradossali. In Italia nel 2021 si registravano sempre meno nascite e meno residenti. Al 1° gennaio 2022, secondo i primi dati provvisori, la popolazione scende a 58 milioni 983 mila unità (-253 mila rispetto al 2021). Nell’anno si riscontrano 709 mila decessi, il 4,2% in meno sul 2020 con un tasso per abitante pari al 12 per mille. Il nuovo record minimo di nascite (399 mila) e l'elevato numero di decessi (709 mila), con un saldo negativo di 310 mila persone in meno 'aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese nell'ultimo decennio' (Fonte: Istat). In qualunque Paese le politiche verso i giovani, le famiglie e l’integrazione dei migranti dovrebbero essere normali e consolidate. In Italia no. Dobbiamo invece assistere a beceri politicanti che, senza alcuna idea di come si governa, ma prontissimi alle chiacchiere e alla demagogia spicciola che tocca la pancia della gente, non pianificano niente e bloccano ogni possibilità di trovare risorse in altri Paesi cui i problemi ambientali in generale costringono milioni di persone ad emigrare. In Italia invece si umanizzano gli animali, cani e gatti in modo particolare. In Europa tra il 2015 e il 2019 (Fonte: www.it.kearney.com) i cani sono aumentati del 4% i gatti del 7,6%. Il nostro Paese è al secondo posto in Europa per il possesso di animali da compagnia, subito dopo l’Ungheria (54,2 ogni 100 persone) e prima di Francia (49,1); Germania (45,4); Spagna (37,7) e Regno Unito (34,6). 32 milioni sono i cani e i gatti presenti nelle famiglie degli italiani. Il mercato del pet food, vale in Italia 2 miliardi e 51 milioni di euro. Cani e gatti spesso vengono trattati alla stregua di veri e propri figli, con tutte le spese che ciò comporta. Nel Belpaese in un anno, per un cane si spende circa 1.562 euro, di cui 341 per spese mediche. Per i gatti la spesa è inferiore, in un anno i proprietari spendono in media 1.208 euro, di cui 194 per cure mediche. In Cina, invece, per colpa della legge sul figlio unico, che spingeva le famiglie ad abortire le bambine, ci sono oltre 45 milioni di uomini in più rispetto alle donne. Mancano all’appello circa 48 milioni di bambine. È il paese con il più grave squilibrio di genere al mondo. Considerando infatti la fascia di età 0-59 anni ed elaborando i dati sulla popolazione cinese (fonte: https://it.zhujiworld.com/cn/) vi è una differenza di ben 48.199.678 maschi in più rispetto alle femmine. In altri termini ci sono/saranno decine di milioni di uomini che non potranno farsi una famiglia, fare figli, costruirsi un rapporto con l’altro sesso. In alcune aree del paese, un maschio adulto su cinque fa fatica a trovare una partner nel corso dei successivi cinque anni, ricorrendo per extrema ratio a bambole di silicone, "acquisto" di donne importate da altri paesi o persino rapimenti. L'industria dei sex toys in Cina è florida, in questo settore lavorano un milione di persone e il giro d'affari supera i 6 miliardi di euro. Dal paese orientale, infatti, arriva l'80% dei giocattoli sessuali che si trovano nel mondo, ma la terra del Dragone è anche un mercato d'acquisto promettente per questi articoli, soprattutto per le bambole gonfiabili. In Cina, infatti, stanno sviluppando modelli sempre più tecnologici, robotizzati, dotati di un'intelligenza artificiale, capaci di parlare e di sostenere anche una conversazione. Perché le bambole robot non devono solamente servire a soddisfare le voglie sessuali dei loro acquirenti, ma devono anche essere di compagnia, un'arma per combattere la solitudine dilagante nella società cinese. Per favorire tale tragica situazione vengono celebrati matrimoni con “mogli” in silicone e numerosi specifici club vengono frequentati dove i partecipanti si scambiano opinioni ed esperienze con la moglie-fidanzata-bambola di questo o quel modello. Per la verità anche da noi, al Nord (Torino, Treviso) sono state aperte case di piacere con bambole al silicone in versione maschile e femminile! Fortunatamente, accortesi dell’errore, le leggi in Cina sul figlio unico sono state abolite ma il danno è stato fatto e per decenni ancora quel Paese subirà le conseguenze di errori così gravi ed enormi. Stesso destino toccherà all’Italia che, non avendo fatto nulla negli ultimi 20 anni in materia di riequilibrio demografico, si troverà con migliaia di cani, gatti e disoccupati in più (artigiani, operai, contadini, insegnanti, personale scolastico, società erogatrici di servizi, ecc.) e con un più grave problema per l’INPS che dovrà erogare le pensioni. Secondo il rapporto Inps del 2022, possiamo calcolare che il gettito contributivo 2020 riconducibile agli immigrati sia stato di 15,9 miliardi, pari al 9,8 per cento del gettito Inps complessivo, oltre 1 punto del PIL.