Titolo: Verso lo sterminio del popolo palestinese.

I libanesi perché non rispondono ai raid israeliani? Il ministro degli Esteri libanese, Abdallah Rashid Bouhabib, ha definito le esplosioni dei giorni scorsi, attraverso cercapersone prima e walkie talkie dopo, “atti terroristici, una "chiara violazione delle leggi internazionali" e ha chiesto alle Nazioni Unite di "condannare Israele in modo chiaro e inequivocabile", perché non si può accettare "che sia permesso a Israele di continuare a godere dell'impunità”. Premessa Hezbollah, che in arabo significa “Partito di Dio”, è un movimento politico-religioso libanese. Nel 1992, segretario generale dell’organizzazione Hassan Nasrallah, Hezbollah partecipa alle elezioni parlamentari. Nel 2000 Israele, dopo venti anni di occupazione illegale (e dopo aver saccheggiato il suolo portandoselo in Israele), si ritira dal Sud del Libano, senza che però sia trovato un accordo sul confine tra Libano e Israele. Hezbollah continua la “Resistenza”. Nel 2008, a seguito del tentativo di estromettere il Partito di Dio dal governo, Hezbollah invade la parte ovest di Beirut e le montagne dello Shuf prima di ritirarsi in favore dell’esercito. La tensione porta agli accordi di Doha e all’inclusione di Hezbollah nel secondo governo Siniora. I sunniti (Saad Hariri, figlio di Rafiq Hariri), i drusi (Walid Jumblatt) e i cristiani (Samir Geagea) sono i raggruppamenti politici libanesi avversari (nemici) di Hezbollah. I profughi palestinesi I rifugiati palestinesi o profughi palestinesi sono persone, in prevalenza arabi palestinesi, che, nel corso della guerra arabo-israeliana del 1948, sono fuggiti o sono stati espulsi dalle loro case in quella parte del mandato britannico della Palestina che è diventato il territorio dello Stato di Israele. Erano 711.000 nel 1950 a oltre cinque milioni di registrati già nel 2015 e rappresentano quasi un quinto del totale della comunità di popolazioni profughe riconosciuta nel mondo e quindi “costituisce il più grande problema di profughi non risolto in questo secolo” (Assopace). L'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente (UNRWA) è un'agenzia dell'Organizzazione delle Nazioni Unite dedita a soccorso, sviluppo, istruzione, assistenza sanitaria, servizi sociali e aiuti di emergenza per rifugiati palestinesi che vivono in Giordania, Libano, Siria e nello Stato di Palestina. In Libano ci sono 12 campi palestinesi e sono almeno 450.000 i rifugiati in Libano di cui circa 300.000 registrati presso l’UNRWA, a fronte di una popolazione locale di poco superiore ai 4,5 milioni. Tra tutti i 59 campi gestiti dall’UNRWA in Medio Oriente, il Libano ha la più alta percentuale di rifugiati palestinesi che vivono in condizioni di estrema povertà. Gli abitanti dei 12 campi profughi libanesi soffrono per il sovraffollamento, la disoccupazione, le condizioni abitative inadeguate e la mancanza di infrastrutture. Inoltre sono privati dei diritti civili e umani fondamentali. Queste privazioni sociali hanno avuto come conseguenza (rapporto delle Nazioni Unite sul Libano) che il 60% dei profughi Palestinesi vivono sotto la soglia della povertà e il 36% di loro non ha una fonte certa di reddito. Nel Marzo 2006, l'UNRWA ha indicato nel proprio bollettino che i casi di privazioni comprendono l'11,5% dei profughi Palestinesi residenti in Libano. In confronto con i profughi Palestinesi che vivono in altre zone, si evince che le percentuali di persone non fortemente svantaggiate sono in Libano più basse che altrove. L'UNRWA sostiene che la causa principale di questo aumento nel livello delle privazioni sociali in Libano siano le leggi stringenti e restrittive del lavoro imposte dal governo Libanese. Conclusione Il governo libanese, oltre alle parole e alle richieste all’ONU nulla sta facendo per difendere il proprio territorio dai ripetuti raid israeliani. La domanda è perché? A parte l’evidente inferiorità militare del Libano su Israele, a nostro giudizio, la posizione quasi indifferente di quel Paese è pressoché identico a quello degli altri paesi arabi che obtorto collo sono “costretti” a ospitare i rifugiati palestinesi, ovvero Siria, Giordania in prevalenza ma anche Egitto. I profughi palestinesi stanno stretti a tutti e forse i paesi arabi indirettamente hanno affidato il lavoro sporco agli israeliani nel fare piazza pulita di questa “escrescenza” umanitaria che tanto nuoce agli affari degli arabi. Tutto naturalmente in nome di dio, quello ebreo, quello musulmano, quello cristiano.